La conquista romana della Britannia

Già i fenici erano a conoscenza dell’isola e commerciavano con questa sin dai tempi più remoti. La Britannia era rimasta tuttavia esterna ai grandi cambiamenti che stavano scoinvolgendo il continente proprio per via della sua posizione. Si presentava allora come un entità di popoli divisi, un boccone troppo ricco per non attirare le attenzioni dei romani. Qui si potevano trovare oro e metalli in gran quantità oltre alle perle che secondo lo storico Gibbon furono il motivo principale dell’invasione.

Fu Cesare il primo a tentare la conquista dell’isola senza tuttavia riuscire a sottomettere in maniera definitiva le popolazioni qui presenti. Le due spedizioni, non diedero i risultati sperati; solo il secondo ed ultimo attacco di Cesare riuscì nell’intento di sconfiggere in battaglia le tribù britanniche del sud, le quali furono costrette a diventare regni clienti del neonato impero. Il corso degli anni tuttavia allontanò politicamente queste compagini da Roma.

Fu il neo-imperatore Claudio a cercare una nuova invasione dell’isola. Eletto da poco, per dimostrare e legittimare la proprio presa del potere, decise infatti di spedire qui le proprie armate in cerca di gloria. Considerato fino ad allora stupido e codardo, Claudio volle dimostrare di essere superiore addirittura al grande Cesare. Il tentativo sembrava sull’orlo del fallimento ancora prima di iniziare; i soldati temevano quelle terre a nord, esse rappresentavano infatti i confini del mondo conosciuto e strane leggende correvano tra le fila dei legionari. Fu l’intervento di un liberto a salvare la situazione, Narciso, il quale convinse le truppe con discorsi di fuoco e di rassicurazione.

Nel 43 d.C. 800 navi attraversarono il canale della Manica portando con sé le legioni sul territorio inglese. Ad attenderli tuttavia non c’era nessuno. Le notizie dell’ammutinamento dei soldati romani avevano convinto le tribù locali che l’invasione non dovesse più avvenire e queste avevano deciso di conseguenza di sciogliere l’esercito. I catubellauni, la tribù più potente dell’isola, ritirò le proprie truppe e quando i legionari sbarcarono presso Richborough era troppo tardi. Dopo una tattica attendista, i britanni sfidarono le armi romane e vennero sconfitti. Rifugiati presso Camulodunum (in celto la fortezza del dio della guerra Camulo) l’odierna Colchester, vennero presto raggiunti dalle armate romane. Fu lo stesso imperatore Claudio a presiedere all’assedio. I britanni vennero sconfitti e l’imperatore, acclamato dalle truppe, fece l’ingresso nella città a dorso di un elefante.

La Britannia tuttavia non era ancora del tutto sottomessa, e il nuovo governatore Flavio Plauzio ordinò immediatamente alle tre delle quattro legioni di sconfiggere le restanti tribù celtiche. Una di queste si diresse ad ovest, guidata dal futuro imperatore Vespasiano, il quale fu tormentato dalla tribù dei durotrigi, duramente sconfitte. Non tutte le tribù combatterono i romani, alcune diventano regni clienti (un concetto introdotto da Augusto) e furono ricompensate dall’impero con grandi ricchezze ed aiuti.

Non sempre Roma mantiene le promesse pattuite e la prima tribù a farne le spese fu quella degli Iceni, la quale viveva nell’attuale East-Anglia. Nel 47 d.C. Publio Eustorio Scabula prende il posto Flavio Plauzio come governatore e chiede a tutti i popoli celti alleati di consegnare le proprie armi; tuttavia ciò è un grave affronto. Le armi sono viste da questi popoli come segno di virilità e ciò fa scoppiare una grande ribellione.

Solo la tribù dei Siluri, abitante nel Galles, sembra salvarsi da Roma. Scabula invia due legioni a porre fine definitivamente alla ribellione, tuttavia questa volta per l’impero la conquista si fa più difficile. Le tattiche di guerriglia infliggono gravi perdite ai romani i quali alla fine hanno la meglio grazie all’intervento del governatore stesso in una decisiva battaglia. Carataco, leader dei ribelli, viene portato nell’urbe come trofeo di guerra per poter essere giustiziato. Un suo grande discorso, descritto da Tacito, convinse però l’imperatore a concedergli la clemenza.

Sulla strada del trionfo tuttavia si presentò un altro ostacolo; la regina Budicca, sovrana della tribù degli Iceni, la quale guidò una fortissima ribellione contro l’invasore romano. Dopo aver sconfitto una legione ed avere raso al suolo tre città romane, Budicca fu infine uccisa e l’insurrezione stroncata. L’isola era romana. Nonostante ciò, Tacito ci tramanda un’immagine gloriosa della donna celta, in netto contrasto con i vizi delle imperatrici romane. Forte, valorosa e coraggiosa, volle vendicare l’uccisione lo stupro delle sue due figlie e in buona parte ci riuscì.

Un pensiero su “La conquista romana della Britannia

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...