Chi non ha mai pensato alla relazione che il clima può avere sul linguaggio? Una ricerca, condotta da un gruppo di studiosi dell’università di Miami del “Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology” e del “Max Planck Institute for Psycholinguistics” avrebbe trovato una relazione scientifica tra le due variabili.
Analizzando circa 3700 idiomi del mondo, è emerso che le lingue complesse (quasi 700), con tonalità più espressive e con varianti usate per dare significato alle parole, sono tipiche di paesi umidi e caldi come l’Africa, Amazzonia, la Nuova Guinea e parte del Nord America. Al contrario, nelle località più fredde, il linguaggio assume tonalità molto più semplici; l’inalazione di aria fredda può infatti influire sull’elasticità delle corde vocali e se ne desume dunque che una lingua parlata troppo complessa nelle aree desertiche si presenta come uno svantaggio.
Caleb Everett, linguista dell’università di Miami ha affermato che:
“Ciò non implica che il linguaggio è determinato completamente dal clima, ma nel lungo termine, può essere uno dei fattori che ne aiuta la formazione”
Articolo di Stefano Borroni
fonte: http://www.archaeology.org/news/2934-150129-evolution-language-climate
fonte2: http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-01/uom-ca012215.php
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