Dopo la Battaglia di Wagram, combattuta tra il 5 e 6 luglio 1809, la situazione militare in Europa arriva a un punto di stallo.
A eccezione della Francia napoleonica e dell’Inghilterra, infatti, le altre potenze, infatti, non sono in grado di riprendere i combattimenti: l’Austria è stata battuta e ridotta a una potenza di secondo rango, come era accaduto alla Prussia nel 1807; la Russia non dispone delle risorse necessarie per affrontare una guerra contro Napoleone; nella penisola iberica, il Portogallo è in mano agli inglesi mentre i francesi riconquistano una dopo l’altra le città spagnole insorte.
La strada intrapresa da Napoleone è quella di avviare una nuova politica matrimoniale. Giovane generale rivoluzionario, Bonaparte ha sposato Giuseppina Beauharnais e il loro matrimonio può considerarsi riuscito, anche se privo di figli.
Fino al 1807, l’erede naturale della coppia imperiale è Napoleone Luigi Carlo, il figlio di Luigi, fratello dell’imperatore, e di Ortensia, figlia dell’imperatrice Giuseppina, nato nel 1802. Napoleone immagina di adottare il bambino che però muore prima di compiere i cinque anni.
Da lì a poco, avviene un fatto imprevisto. L’imperatore ha sempre ritenuto di essere lui il responsabile della sterilità della coppia; Giuseppina ha già due figli nati da un precedente matrimonio, ma si è sposata con Napoleone in età avanzata e questo lascia un alone di dubbio su quale dei due coniugi sia il responsabile per la mancanza di continuità dinastica.
Nel 1806, Eleonora Denuelle de la Plaigne, amante di Napoleone, partorisce il piccolo Léon, ma l’imperatore non è così sicuro delle abitudini sessuali della ragazza da avere la certezza della paternità. A convincerlo pienamente è, nel 1810, la gravidanza della sua amante polacca, la contessa Maria Walewska, sulla cui fedeltà non esistono dubbi.
Sicuro di poter generare un erede, Napoleone divorzia da Giuseppina e avvia le procedure per un nuovo matrimonio.
Inesperto nel campo delle nozze tra regnanti, si muove in maniera goffa rispetto all’etichetta e, come lui, si comportano i suoi emissari, che non provengono da una tradizione di alta aristocrazia, ma piuttosto dalla borghesia rivoluzionaria o dalla piccola nobiltà di provincia.
La prima richiesta viene avanzata a una principessa russa. I tempi, però, non sono più quelli degli Accordi di Tilsit del 1807 e a San Pietroburgo il partito antifrancese si è rafforzato molto.
Per sottrarre a una richiesta di nozze la principessa Caterina, che sarebbe la candidata perfetta, viene fatta sposare con il duca di Oldenburg e quando l’ambasciatore francese a San Pietrogburgo, Armand de Caulaincourt, chiede a nome di Napoleone la mano della più giovane principessa Anna, il rifiuto è giustificato dall’età della ragazza, poco più che adolescente, e dal suo credo ortodosso.
Nella situazione di stallo che si è venuta a creare, emerge una nuova possibilità. Si tratta dell’appena diciottenne Maria Luisa, figlia di Francesco I d’Austria, nipote di Maria Antonietta, la moglie di Luigi XVI che era stata ghigliottina nel 1793. Portare lei sul trono di Francia potrebbe rappresentare la riappacificazione definitiva dopo gli eventi della rivoluzione.
Napoleone accoglie la proposta austriaca e lascia cadere i tentativi fatti fino a quel momento in direzione russa. È possibile che l’imperatore non valuti le implicazioni politiche della sua scelta: un matrimonio asburgico deciso subito dopo la mancata individuazione di una principessa russa in qualità di consorte è destinato a urtare gli ambienti politici di San Pietroburgo.
Le nozze tra Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d’Asburgo-Lorena sono celebrate il 2 aprile 1810. La paternità viene cercata con insistenza: il piccolo Napoleone Francesco Giuseppe Carlo, che nella panoplia dei nomi riunisce in sé la tradizione francese, quella asburgica e quella carolingia, nasce il 20 marzo 1811.
Per approfondire ⬇⬇⬇
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- Valzania S., “I dieci errori di Napoleone: illusioni, sconfitte e cadute dell’uomo che voleva cambiare la storia”, Mondadori, 2016.
- Ludwig E., “Napoleone. Vita del generale che volle conquistare il mondo”, Rizzoli, 2017.