La famosa battaglia del 1415 è stata riprodotta in miniatura nella Torre di Londra; Un po’ del fango che diede all’Inghilterra una vittoria ancora famosa dopo 600 anni è stato incorporato in uno spettacolare modello raffigurante la Battaglia di Agincourt, pezzo centrale dell’esposizione anniversaria alla Torre di Londra.
Assieme a meravigliosi prestiti, molti dei quali provenienti da musei nazionali francesi come il Louvre e il Musée de l’Armée, il curatore Malcom Mercer ed i suoi colleghi della Royal Armouries hanno portato dal luogo una scatola di plastica contenente la terra del luogo. “E’ cambiato sorprendentemente poco,” ha detto Merced, “era un campo arato all’epoca e lo è ancora oggi.”
Shakespeare immortalò la vittoria del 1415 nel “Discorso del giorno di St.Crispin”, nel quale il Re Enrico V parla dei suoi uomini come una “banda di fratelli”. Che il vero Enrico abbia fatto o no quel discorso, il fango ebbe comunque un ruolo significativo nella battaglia. Quando Enrico provocò i Francesi (“non vorrei sembrare gingoista ma tirò in ballo la loro discendenza gallica” ha aggiunto Mercer) di avanzare sotto una pioggia di frecce scoccate dagli arcieri inglesi, il fango bagnato calpestato dai cavalieri si trasformò in una specie di sabbie mobili nella quale i francesi, in armature di piastre completa, sprofondarono fino alle loro ginocchia.
“La vittoria non era qualcosa di scontato, ma quel giorno Enrico analizzò il campo di battaglia e gli avversari con più attenzione”, ha spiegato Mercer. Il vero fango è stato utilizzato per realizzare il modello del campo di battaglia, fatto dai “Perry Brothers” a Notthingam, con centinaia di uomini e cavalli e anche con miniature di veri personaggi
storici come i duchi di York e Suffolk, i corpi dei quali sono stati sezionati e le carni sciolte affinché le ossa potessero essere portate indietro in Inghilterra
Ci sono state discussioni accese tra gli storici riguardo la grandezza degli eserciti e le vittime. Mercer pensa che l’armata inglese, nella quale si trovavano soldati deboli e malati dall’assedio di Harfleur, fosse in pesante inferiorità numerica – sebbene non in rapporto 10 a 1 come alcuni hanno teorizzato – ma che, in maniera determinante, la più alta percentuale di arcieri inglesi cambiò le sorti della battaglia.
Anche le stime dei caduti sono varie, con fonti contemporanee o relativamente vicine al periodo della battaglia nelle quali, sia quelle francesi che inglesi, vengono stimati circa 3000 o 12000 morti. Mercer è sicuro che le perdite inglesi furono una frazione di quelle francesi e che nei momenti successivi alla fine della battaglia, Enrico stava facendo giustiziare centinaia di
prigionieri quando nuove truppe francesi stavano ancora arrivando, inducendolo a temere nuovi scontri.
La mostra si apre con un ritratto di Enrico dalla National Portrait Gallery, raffigurato con un volto scarno e tetro. “Devo dire che non lo stimo come persona” ha commentato Mercer. Comunque, per le aspettative dell’epoca, le morti erano ben prevedibili ed i suoi nobili preferivano venire accusati di aver perso troppi uomini piuttosto che essere accusati di troppa umanità. “Non era un criminale di guerra – ma non fu nemmeno un gesto di cavalleria.”
Agincourt diventò un simbolo di valore e patriottismo britannico: la mostra include un giglio medievale intagliato in una radice d’albero, un presunto souvenir della battaglia – in realtà un falso del XIX secolo come rilevato dalle analisi del legno, poiché non c’erano abeti nella Agincourt del tempo. Le proiezioni mostrano molti attori che parteciparono nell’opera di
Shakespeare; in più c’è il vestiario usato da Richard Burton a Stratford on Avon nel 1951.
Inoltre, la mostra include manoscritti spettacolarmente illuminati da collezioni varie, come quella della British Library e Lambeth Palace; un “first folio” (termine usato per indicare la prima
pubblicazione delle opere di Shakespeare) della Cambridge University; prestiti francesi quali la cotta di maglia di Carlo IV – che non poté partecipare alla battaglia poiché era mentalmente
disabile – e lo spettacolare anello incastonato di pietre preziose del suo reggente, Giovanni senza Paura, reperto prestato dal Louvre. Una delle raffigurazioni più accurate di un cavaliere vestito
per la battaglia viene da una fonte inaspettata, una scultura di San Giorgio proveniente dalla cattedrale di St. Albans, raffigurato dalla testa ai piedi in un’autentica armatura contemporanea.
La torre di Londra è stata scelta per un motivo simbolico; I soldati di entrambe le fazioni avrebbero conosciuto la Torre di Londra. I prigionieri francesi catturati dopo la battaglia furono imprigionati lì prima di essere dispersi nelle rispettive proprietà aristocratiche, dopo il pagamento di un profumato riscatto.
Traduzione di Lorenzo Naturale
fonte: http://www.theguardian.com/uk-news/2015/oct/18/tower-of-london-agincourt-600-years-on-louvre#img-1