Economia dello Stato della Chiesa

I tentativi di riforma dell’ultimo papa-re, Pio IX.

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Ritrattato di Pio IX

Il pontificato di Papa Pio IX inizia nel 1847 con grandi speranze: ad aprile venne istituita la Consulta di Stato, un organismo consultivo con competenze su materie economiche, amministrative e militari. Terminò le sue funzioni con la promulgazione dello Statuto e la successiva apertura delle due Camere (maggio 1848).

l’Economia

Dal punto di vista economico promosse inoltre la costituzione di una Lega Doganale tra gli Stati italiani preunitari, che rappresentò il più importante tentativo politico-diplomatico dell’epoca volto a realizzare l’unità d’Italia per vie federali, come auspicato da Vincenzo Gioberti e dagli altri neoguelfi. L’accordo avrebbe comportato la caduta delle barriere doganali esistenti tra gli Stati aderenti; l’adozione di una tariffa doganale comune invece avrebbe favorito e semplificato il commercio e lo sviluppo economico, ispirandosi direttamente allo Zollverein tedesco. L’accordo fu firmato il 3 novembre 1847 a Torino, tra Stato Pontificio, Regno di Sardegna e Granducato di Toscana. Non si riuscì ad inserire il Ducato di Modena, stato piccolo ma la cui presenza nella Lega Doganale sarebbe stata essenziale, poiché avrebbe consentito la continuità territoriale da Roma al Piemonte. Esso infatti confinava sia con il Granducato di Toscana che con il Regno di Sardegna. In seguito alle rivoluzioni del 1848, il progetto di una lega doganale italiana su modello di quella germanica venne accantonato. Il papa predecessore di Pio IX, Gregorio XVI, aveva definito la locomotiva “Satana su rotaie”[1]. Fortunatamente il nuovo pontefice non la pensava così. Con Pio IX vennero iniziati lavori di costruzione di ferrovie. Nel 1870, quando anche Roma venne unita all’Italia, erano stati costruiti dallo Stato Pontificio circa 337 km di ferrovia. L’agricoltura pontificia si basava sulla produzione di olio d’oliva, vino, canapa, lana e seta. Lana e seta venivano esportate in quantità allo stato grezzo. Totalmente inesistente era il settore secondario industriale.

Le opere pubbliche

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Roma, piazza della Colonna – XIX secolo

Durante gli anni ’50 papa Pio IX iniziò un vasto programma di opere pubbliche[2], tra cui:
– Prosciugamento delle paludi di Ferrara e di Ostia;
– Ampliamento dei porti di Ravenna, Cesenatico, Senigallia e Ancona; nuovi fari negli scali di Ancona, Civitavecchia, Anzio e Terracina;
– Ammodernamento delle strade con la costruzione di venti importanti viadotti, tra cui spiccò quello fra Albano ed Ariccia; completamento della rete telegrafica, con il raggiungimento di tutti i principali centri dello Stato;
– Realizzazione di una rete ferroviaria. Il primo collegamento fu Roma-Frascati, inaugurato il 14 luglio 1856. Seguirono l’Ancona-Falconara (1861)[3], la Roma-Civitavecchia (1859), la Roma-Orte (1865) e la Orte-Falconara (1866). Per quanto riguarda i collegamenti con il Regno di Napoli, nel 1862 fu completato il collegamento con Ceprano, nel frusinate[4]. Tale rete risultò tuttavia essere inadeguata, così come lo fu la rete stradale costruita nei decenni che precedettero l’annessione all’Italia. Secondo fonti di alto profilo vi fu, all’epoca, uno «… scarso interesse governativo per la rete stradale e l’avversione verso le ferrovie… »[5]
Nel 1850 la situazione finanziaria era in cattive condizioni a causa della rivoluzione del 1848-49. l bilancio presentava un deficit di ben due milioni di scudi. In otto anni venne però raggiunto il pareggio di bilancio,[6] grazie all’affido della finanza pubblica ai laici. Ci fu anche un costante aumento dei ricavi derivanti dai dazi e da una diminuzione della spesa soprattutto per l’esercito papale.[7] Come nel Regno delle Due Sicilie, il peso fiscale era alquanto leggero, cosa che provocò una migrazione di europei, anche non cattolici, nello Stato della Chiesa. Il tasso di analfabetismo era dell’80%.[8] La burocrazia pontificia era molto probabilmente la più inefficiente d’Italia.[9]

Articolo di Mattia Tuccelli

Fonti

[1]http://archiviostorico.corriere.it/2010/maggio/22/Come_Satana_rotaia_unito_disunito_co_9_100522070.shtml
[2] Secondo la Storia d’Italia Einaudi, tali riforme risultarono tuttavia tardive e, in molti casi, inefficaci. Cfr Ibidem, p. 169
[3] Progettata nel 1856 come tratto della linea Bologna-Ancona, entrò in servizio quando i territori interessati erano entrati a far parte del Regno d’Italia, così come la Bologna-Forlì, che fu aperta il 1º settembre 1861.
[4] La tratta Ceprano-Napoli fu realizzata sotto il Regno d’Italia.
[5] Cit. in AA. VV., Storia d’Italia, Torino, Einaudi, 1974, ripubblicata da il Sole 24 Ore, Milano, 2005, vol. 21 (Nicola Crepas, Le premesse dell’industrializzazione) p. 169
[6] Andrea Tornielli, Il buon governo dell’ultimo Papa Re, in il Timone, maggio 2004 http://christusveritas.altervista.org/il_risorgimento_il_buon_governo_dell_ultimo_papa.htm
[7] Schmidlin 50
[8] Vera Zamagni, Dalla periferia al centro.
[9]Adriano Monti Buzzatti Colella https://twitter.com/amonti_buzzetti/status/645131397502496768

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